Il Vibe coding è il futuro dell’App Store e Siri potrebbe essere la chiave

Il Vibe coding è il futuro dell’App Store e Siri potrebbe essere la chiave

Negli ultimi mesi, sta emergendo un nuovo trend che potrebbe cambiare radicalmente il modo in cui vengono create le applicazioni: si chiama vibe coding ed è già diventato il simbolo di una rivoluzione silenziosa. Persone senza alcuna conoscenza tecnica stanno riuscendo a creare app descrivendo semplicemente ciò che vogliono, con l’aiuto dell’intelligenza artificiale.

Il concetto alla base è semplice, ma efficace. L’utente immagina un’applicazione e la descrive in linguaggio naturale. Strumenti come ChatGPT traducono questa visione in codice, permettendo di trasformare un’idea in un’app funzionante. Niente codice, niente IDE, solo pura creatività e AI.

Questa nuova ondata ha riportato alla luce un dettaglio quasi dimenticato: un report pubblicato da The Information nel gennaio del 2023, a firma di Wayne Ma. All’epoca della pubblicazione dell’articolo, sembrava fantascienza. Il titolo era: “Apple sta sviluppando un software per aiutare chiunque a sviluppare app AR, per stimolare le vendite di dispositivi per la realtà aumentata”. Eppure, a distanza di tempo, sembra che Apple avesse già previsto tutto.

Secondo quel report, il team che ha sviluppato il Vision Pro – guidato da Mike Rockwell, oggi a capo anche di Siri – stava lavorando a uno strumento rivoluzionario. L’idea? Consentire a chiunque, anche senza esperienza tecnica, di creare app per la realtà aumentata semplicemente parlando con Siri. In sostanza, l’utente dice a Siri di voler vedere animali virtuali muoversi nella stanza, e l’app viene generata automaticamente e pubblicata sull’App Store.

All’epoca, questa idea sembrava troppo ambiziosa. Due anni dopo, però, il concetto di vibe coding è diventato realtà. E anche se Apple non ha mai ufficialmente annunciato questa funzione, è evidente che qualcuno nel team aveva intuito prima degli altri dove stava andando il mondo.

Oggi Apple sta ancora cercando di far arrivare agli utenti le promesse dell’AI di Siri, annunciate quasi un anno fa. Ma il fatto che Rockwell stesse già esplorando queste idee nel 2023 è un indizio importante. Questo dimostra che la visione c’era, anche se i tempi non erano ancora maturi.

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