Apple stava per rendere open-source i suoi modelli AI, ma poi ha cambiato idea

Apple stava per rendere open-source i suoi modelli AI, ma poi ha cambiato idea

Nelle ultime settimane si è parlato molto dei licenziamenti all’interno del team AI di Apple. Ora, un nuovo report di The Information getta luce sulle tensioni interne, rivelando che Apple era sul punto di rendere open source alcuni dei propri modelli di intelligenza artificiale, ma ha poi cambiato idea.

Secondo quanto riportato, il team di intelligenza artificiale di Apple aveva pianificato di rendere pubblici diversi modelli con l’obiettivo di mostrare i progressi tecnici e, allo stesso tempo, di coinvolgere ricercatori esterni per migliorare le prestazioni. Tuttavia, il rilascio avrebbe mostrato quanto le prestazioni dei modelli calassero drasticamente quando venivano ridotti per funzionare su iPhone, rispetto alle versioni pensate per PC o data center.

Craig Federighi, responsabile del software di Apple, si è opposto. Secondo due fonti interne, Federighi avrebbe scritto a Ruoming Pang, a capo del team dei modelli di base, spiegando che non era necessario rilasciare i modelli open source, perché “esistono già abbastanza modelli open source da parte di altre aziende per incentivare la ricerca”.

Ma, secondo il report, il vero motivo della frenata sarebbe stato un altro. Federighi temeva che il pubblico potesse pensare che Apple stesse facendo troppi compromessi pur di far funzionare l’intelligenza artificiale direttamente su iPhone, cosa che avrebbe potuto incrinare la percezione della qualità dei suoi prodotti rispetto a quelli dei concorrenti come Alibaba e Google.

Questa decisione potrebbe essere uno dei motivi dietro le recenti dimissioni di alcuni membri chiave del team AI della società. All’interno dell’azienda, diversi ricercatori ritengono che l’approccio “on-device first” stia limitando in modo sostanziale la qualità dei modelli, anche se ufficialmente Apple lo presenta come una scelta a favore della privacy.

Quando Apple ha presentato Apple Intelligence, ha posto l’accento sulla tutela dei dati degli utenti. L’AI avrebbe dovuto funzionare, dove possibile, direttamente sul dispositivo. Tuttavia, ora emerge che questa scelta potrebbe avere un impatto maggiore di quanto dichiarato pubblicamente.

Il report include altri dettagli interessanti:

I ricercatori sono rimasti sorpresi dai ritardi nelle funzionalità di Siri, annunciati all’improvviso nonostante fino a quel momento avessero ricevuto solo feedback positivi;
Anche l’ipotesi che Apple possa usare modelli AI di terze parti ha colto molti di sorpresa;
Apple avrebbe discusso con OpenAI, Anthropic e Google per valutare l’uso dei loro modelli LLM come supporto all’evoluzione di Siri;
 Ai membri rimasti del team AI è stato comunicato che Apple sta “rivalutando” le compensazioni economiche, forse nel tentativo di arginare ulteriori uscite.

L’impressione generale è che la direzione dell’intelligenza artificiale di Apple sia tutt’altro che definita. Il compromesso tra privacy, potenza e trasparenza sta diventando sempre più difficile da gestire.

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